Formazione: intervista AIF a Francesca Furino

Pubblicato da AIF, Associazione Italiana Formatori
marzo 2016

TEMA INTERVISTE PREMIO AIF ADRIANO OLIVETTI
Il valore della persona nel processo formativo moderno

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?

Lo sviluppo tecnologico, ed ancor più la cosiddetta automazione inerente l’uso dei dispositivi stessi, stanno attraversando un momento di importante pionierismo in tutti quei processi in cui l’intelligenza umana è sempre più orientata al collettivo, o “lavoro di gruppo”.

La creazione di reti e di scambi sempre più veloci ed efficienti, stanno limitando o addirittura azzerando alcune distanze, mutando di conseguenza anche gli scenari di riferimento, ed il senso del tempo (tempo di attesa fra l’ideazione ed il compimento di un progetto, ecc.).
Tuttavia, come spesso accade, è il mondo ordinario a non essere del tutto pronto a favorire un processo di “cambiamento”, che certo è irreversibile.

Sono spesso le infrastrutture esterne che vanno adeguate, insieme a strategie locali più “open source”, mirate a facilitare ed agevolare l’implementazione dei processi stessi, da rivolgere – tanto nel pubblico come nel privato – al bene comune, al collettivo. La percezione attuale altrimenti è di un mondo a due velocità.

Il ruolo della Formazione può esser visto allora come trait d’union o legante fra processi, tanto nella velocizzazione, come nella ridistribuzione delle competenze. Il passaggio deve avvenire partendo da una visione di verticalità ad una di orizzontalità e circolarità. Non si tratta di favorire un singolo cambiamento, ma un cambiamento d’insieme.


I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?

L’intelligenza umana, e le sue specifiche funzioni, differiscono da persona a persona. Una macchina può essere programmata allo svolgimento esatto di un compito, il cui obiettivo può esser pur sempre raggiunto partendo da punti, o seguendo fasi, diverse.
Il processo dunque dovrebbe partire dall’educazione del singolo ad un uso etico e dello strumento, e dell’obiettivo d’insieme da raggiungere.


Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?

Innanzitutto, è importante porsi il quesito di quale ruolo venga dato alla Formazione oggigiorno, soprattutto in senso trasversale (istituzionale, organizzativo, ecc.). Maggiore è la credibilità dello strumento formativo, maggiori dovrebbero quindi essere gli investimenti. Ma ancora, la sensazione che si ha è di una doppia velocità operativa.

Da una parte, molte aziende ed organizzazioni che investono per formare i propri dipendenti con cospicui programmi di sviluppo. Dall’altra, giovani talentuosi ma non ancora in possesso delle skills richieste dal mercato del lavoro, che faticano ad orientarsi sul terreno in cui potersi sperimentare, finanche poco favoriti dall’attuale livello di assorbimento da parte delle imprese.

In questo panorama è di primaria importanza la filosofia su cui le diverse imprese poggiano le basi, e la conseguente coerenza di visione, fattori chiave su cui poggiare un progetto formativo per aiutare le imprese, ma anche il singolo, a coltivare e ad incentivare quei talenti in grado di costruire e di mantenere relazioni efficaci ed agili, sempre aperti al lancio di nuove idee e al riconoscimento delle stesse come anelli integranti di un gruppo.

Infatti, promuovere l’autonomia e l’assunzione sana di responsabilità può caricare di entusiasmo i componenti di un gruppo che lavorano al raggiungimento di un obiettivo comune. Ecco perché risulta molto importante saper delegare, come assunzione di fiducia da parte dei leader. Una formazione trasversale,

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